Il pendente, datato tra il 1540 e il 1560, è realizzato in oro e presenta due grandi pietre
incastonate legate tra loro da una cornice fogliacea con smalti di
colore nero e blu traslucido. La prima pietra di colore verde chiaro, posta
nella parte superiore del gioiello e di forma rettangolare, è un peridoto (o
olivina), chiamata dai Romani “smeraldo della sera” poichè
il suo colore verde non si oscura la notte ma si vede anche con la luce
artificiale. La seconda gemma invece, di forma ottagonale, è un granato della
varietà detta “grossularia”. Il pendente è ultimato da uno zaffiro a goccia e
presenta sulla sommità una maglia rotonda sempre in oro. Sul retro, nella
fascia d’oro che circonda il peridoto troviamo l’iscrizione ANNANISAPTA + DEI,
in quella corrispondente al granato DETRAGRAMMATA
IHS MARIA.
Secondo le
credenze medievali e rinascimentali le proprietà magiche delle pietre avevano
la possibilità di proteggere chi le indossava contro i pericoli esterni. Negli
antichi lapidari il peridoto era menzionato come pietra il cui potere era
quello di cacciare via gli spiriti cattivi e di potenziare la forza di ogni
medicina; inoltre curava le malattie della bocca e della gola e i disturbi
provenienti dalla testa. Il granato, invece, come tutte le pietre di colore
rosso era associato al sangue di Cristo, panacea per ogni male, ed era creduto
capace di rafforzare gli organi interni, soprattutto il cuore; in questo modo
aiutava a contrastare l’aggressione delle malattie. Allo zaffiro, infine, venivano attribuiti poteri terapeutici
che interessano principalmente l’apparato intestinale, permetteva l’arresto
delle emorragie e garantiva la guarigione dalle infiammazioni. Inoltre esso già
dal Quattrocento era associato alla figura della Vergine, Mater infirmorum.
Secondo Elisabeth Villier la scritta ANNANISAPTA DEI significherebbe “Lo spirito divino del
vaticinio”. Nella dottrina esoterica ANA significa mens, cioè ragione,
sentimento, l’intimo io dell’anima, quindi l’anima divina stessa. Gli antichi
saggi chiamavano quest’anima divina “Anim” e lo paragonavano ad un angelo la
cui peculiarità era quella di donare l’intuizione. Con lo stesso nome, ANA,
venne quindi designato anche un idolo che successivamente divenne “ANANI” o
“ANNANI”, lo spirito del vaticinio e della divinazione. La parola
dell’iscrizione ANNANISAPTA DEI era utilizzata per evocare tale idolo cui si
ricorreva per venire ispirati nelle decisioni ma anche per avere aiuto nei
bisogni e nelle malattie, soprattutto l’epilessia.
Secondo Joan Evans che studiò il gioiello alla fine degli
anni Venti l’iscrizione sarebbe una formula talismanica contro la morte. Nel
1584 Reginald Scot pubblicò un libro intitolato Discoverie of
Witchcraft, traducibile in “Alla scoperta della stregoneria”, uno studio meticoloso sulla pratica della
stregoneria toccando anche l’astrologia, l’alchimia, la divinazione e altro.
Tra le formule magiche prese in considerazione da Scot ce n’è una che dice:
“Ferit Ananizapta mortem, dum quaerit Laere mors est prende male, dum dicitur
Ananizapta, miserere mei nunc Ananizapta Dei” (“Ananizapta arriva la morte e
cerca di nuocere, si dice che Ananizapta sia considerato un male per la morte,
abbi pietà di me Ananizapta”).
La Evans ipotizzò anche che in origine al posto
dello zaffiro a goccia ci sia stata una perla, quasi sempre usata come pendente
nei gioielli e usata durante il Rinascimento come rimedio per curare le
malattie cardiache, il tifo e la peste
La seconda iscrizione è invece un’invocazione al
Padre, al Figlio e Madre, la Vergine e sempre secondo la Evans è possibile che
ci sia stato un errore di ortografia: al posto della T iniziale della parola
TETRAGRAMMA è stata incisa una D. Quindi la frase corretta sarebbe TETRAGRAMMATA
IHS MARIA.
Il pendente dunque sarebbe un
amuleto contro la morte potenziato sia dalla formula magica scritta in alto,
che dall’invocazione cristiana scritta in basso; Fede e superstizione che si
uniscono contro il male per eccellenza: “Madonna Morte corporale”.
E' esposto al Victoria and Albert Museum di Londra.
Nessun commento:
Posta un commento