Nella notte tra il 17
e il 18 ottobre 1969 ladri
sacrileghi trafugarono dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo una grande tela
raffigurante la Natività. Era l’ultima opera dipinta in Sicilia da
Caravaggio che un anno dopo, nel 1610, sarebbe morto improvvisamente sulla
spiaggia di Porto Ercole in Toscana.
La tela
racconta la nascita di Cristo e il pittore lombardo, come suo uso, popola la
scena di personaggi tradizionali, evocati dal Vangelo, ma ammantandoli di
terrena umanità. Santi e Madonne venivano da lui raffigurati utilizzando
personaggi prelevati dalle strade, dal degrado degli ambienti che frequentava:
postriboli, osterie, le vie di una Roma povera e reietta. I suoi santi non
hanno aureole ma i volti dei compagni di bevute, di bravate e di giochi alla
pallacorda, i visi segnati degli emarginati e di quanti ebbe modo di conoscere
durante la sua fuga peregrinante per l’Italia dopo la condanna comminatagli per
l’uccisone di Ranuccio Tomassoni da Terni; le sue Madonne ritraggono prostitute
da lui amate e usate come modelle.
Dai colori
caldi dell’ocra, del bianco e delle varie sfumature di marrone prendono vita
sulla destra il vecchio San Guseppe in ciabatte che volge la schiena allo
spettatore, dietro di lui un pastore dal largo cappello si appoggia a un
bastone e al su fianco un francescano con le mani giunte, forse san Francesco.
A sinistra, vestito con una ricca tunica, c’è san Lorenzo che si inchina
davanti al neonato steso sulla nuda terra e solleva il piede perché non si
sente degno di calpestare quel suolo sacro. Al centro Maria dolente e mesta,
vestita in abiti seicenteschi, è ritratta in una posa umanissima con la mano
abbandonata sul ventre, le gambe piegate e il braccio sinistro poggiato su un
sostegno. Dall’alto un angelo irrompe sulla scena distruggendone l’apparente
immobilità e annuncia la nascita del Figlio di Dio.
Purtroppo
oggi non è più possibile ammirare la tela. Il furto fu probabilmente
commissionato dalla mafia. Durante i vari processi alcuni pentiti dettero
notizie contrastanti sulla sorte dell’opera di Caravaggio, notizie non
suffragate però da risconti oggettivi. L’ultima risalirebbe al 2009 quando
Gaspare Spatuzza riferì che il quadro affidato alla famiglia Pullarà fu
nascosto in una stalla fuori Palermo e lì, privo di protezione, sarebbe stata
rosicchiato dai topi e dai maiali. Ciò che ne rimase fu bruciato.
Chi come
me ama l’arte spera che ciò non sia avvenuto realmente e che la splendida Natività
caravaggesca possa un giorno tornare ad impreziosire l’altare per il quale era
stata dipinta.
Nessun commento:
Posta un commento