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Questo ritratto
conservato alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze fu eseguito da Raffaello
intorno al 1514. L’artista si trovava a quel tempo a Roma oberato di lavoro; ha
da pochi anni finito di decorare alcune stanze in Vaticano per volere di Giulio
II ed ora, sempre per il papa, sta lavorando alle Logge aiutato da una nutrita
squadra di allievi e collaboratori. Raffaello ha 31 anni e un amore segreto,
una giovane popolana, Margherita Luti, figlia di un fornaio trasteverino (da
qui il suo soprannome, la Fornarina) e promessa sposa ad un umile garzone che
presta servizio nelle tenute del ricchissimo banchiere senese Agostino Chigi.
Ma anche il pittore è impegnato sentimentalmente, niente di meno che con la
nipote prediletta del potente cardinale Bernardo Bibbiena. Margherita è bella,
con grandi occhi neri, la bocca morbida e sensuale, la pelle vellutata e per
lei Raffaello perde letteralmente la testa. Forse i due amanti si sposarono in
gran segreto e questo dipinto vuole in un certo senso ricordare quell’evento.
La dama velata del ritratto è Margherita come indicherebbe il gioiello che le
impreziosisce l’acconciatura. Tra Quattrocento e Cinquecento infatti nei
ritratti venivano molto spesso inserite allegorie del nome: animali, piante
oppure oggetti andavano a suggerire il nome dell'effigiato secondo un gioco
molto in voga nelle corti italiane. Già Petrarca nelle sue poesie per madonna
Laura aveva nascosto e rivelato il nome dell’amata segreta attraverso artifizi
simbolici, semantici, fonetici (l'arbor, l'aura, ecc.). L'allegoria del nome
per esempio è presente in alcuni dipinti di Leonardo da Vinci come ne La
dama con l'ermellino (gallé, la donnola-ermellino nella lingua greca, suggerisce
il cognome della donna ritratta, Cecilia Gallerani), nel Ritratto di Ginevra
de Benci (il ginepro), o in quello di Violante opera di Tiziano (una
viola sul petto). Il gioiello che Margherita porta sulla fronte ha una grossa
perla pendente che in greco è detta appunto “margaron” e in latino “margarita”e
due pietre preziose, un rubino e uno smeraldo, tradizionalmente incastonati nei
monili che si donavano alla sposa al momento del fidanzamento. Inoltre, anche
il velo bianco e il ricco abito indicherebbero il suo stato di donna maritata.
Raffaello morì improvvisamente il 6 aprile 1520. Quattro mesi dopo, il
18 Agosto, si legge in un documento: “Hoggi è stata ricevuta dal nostro
Conservatorio Margherita vedoa figliuola del quodam Francesco Luti di Siena”.
Margherita si ritirò dunque nel convento di S. Apollonia in Trastevere
presentandosi come vedova, un’ulteriore prova che quel matrimonio segreto tra
lei e l’artista era stato effettivamente celebrato.
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