Il
Riposo durante la fuga in Egitto,
conservato alla Galleria Doria-Panphilj a Roma e datato tra il 1595 e il 1600,
fu eseguito da Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, durante i primi anni
del suo soggiorno romano. Pittore geniale e dalla vita trasgressiva e
sregolata, seppe utilizzare la luce in modo nuovo e determinante; nelle sue
tele essa diventa la vera protagonista e accarezza i corpi, dà loro volume e li
fa emergere dall’ombra. Caravaggio chiuse il grande periodo rinascimentale e diede
inizio all’arte moderna, più attenta al fatto reale, al quotidiano e volta ad
una religiosità schietta e priva di enfasi. Quest’opera, dai colori caldi e
l’atmosfera tranquilla di un giorno qualunque, riassume da sola il suo aulico
messaggio pittorico.
In
un dolce paesaggio autunnale un angelo dalle grandi ali di rondine volge le
spalle allo spettatore; è avvolto da un leggero panno bianco e sta suonando il
violino seguendo la musica dello spartito che San Giuseppe gli tiene aperto.
Poco più in là la Madonna ha ceduto alla stanchezza e si è addormentata assieme
al Bambino che tiene in grembo. Qui la raffigurazione della quotidianità assume
dignità artistica. I soggetti sacri senza aureole, con i volti segnati dalle
rughe e la fatica, vengono calati nella realtà di una campagna romana lambita
dalle acque del Tevere. Maria è vestita come una popolana e Giuseppe è umanissimo
seduto sul sacco che ha appena tolto dal basto dell’asino e buttato a terra
accanto ad una fiasca; mostra imbarazzo davanti alla presenza divina
accavallando nervosamente i piedi e osserva attentamente il volto dell’angelo
per cogliervi il segnale convenuto a voltare la pagina dello spartito. Tutto è
reale, anche la musica scritta sul pentagramma che è stata identificata come un mottetto del compositore
franco-fiammingo Noel Balduin il cui testo è tratto dal Cantico dei Cantici. La
quercia sullo sfondo –dello stesso legno di cui sarà fatta la croce- allude
alla passione che attende il Bambino ora serenamente addormentato.
Nessun commento:
Posta un commento