Nella
seconda metà dell’Ottocento si faceva sport soprattutto nei mesi estivi. In
montagna, d’inverno, ci andavano solo gli ammalati di tisi! Unica eccezione il pattinaggio importato in Italia, nel
1860, da un americano, certo Haines e praticato su laghetti o stagni
ghiacciati. L’abbigliamento ideato per
tale passatempo prevedeva, per le signore, abiti corti alla caviglia e orlati
di pelliccia o alamari; gli uomini non erano da meno, con berretti e giacche
guarniti di astrakan e lontra. Ma la loro passione era soprattutto il canottaggio che, tra le attività
ginniche, acquistò ben presto una posizione di primo piano. La tenuta di rigore
prevedeva baffi all’insù, canottiere bianche o anche a righe orizzontali e berretto con visiera per
ripararsi dal sole oppure un più distinto cappello di paglia. Un esempio lo abbiamo nella tela di Renoir intitolata "Colazione dei canottieri" del 1880. Anche il nuoto era
praticato assiduamente. I costumi si ispiravano a quelli dei marinai: le donne
avevano pantaloni a mezza gamba che spuntavano da un’ampia gonna al ginocchio e
grande sfoggio di ancore ricamate; righe orizzontali, invece, per gli uomini. I
colori di preferenza erano il blu, il bianco e il rosso.
A
partire dal 1890 comparvero su alcuni giornali figurini di abiti per il tennis e il ciclismo. Per il tennis furono creati completi in tessuti leggeri
decorati, all’inizio, con triangoli dipinti e cerchi, e più tardi, con righe.
La bicicletta, chiamata biciclo, era all’epoca un oggetto tutt’altro che
agevole. Nel 1870 ne venne brevettato uno, da James Starley e William Millman,
con la ruota anteriore molto più grande di quella posteriore; questo aveva
portato a collocare la sella in posizione più avanzata per avvicinare i piedi
ai pedali spostando, di conseguenza, il centro di gravità. Bastava, quindi, una
minima asperità del terreno o una frenata per finire a gambe all’aria! Per
garantire una maggiore praticità le signore avevano sostituito le gonne con
pantaloni larghi alla zuava; al collo una cravatta di seta annodata a fiocco e
sulla testa, un cappello guarnito con una penna.
Tra
i vestiti sportivi devono essere annoverati anche quelli "da escursione". La stoffa preferita
era la lana scozzese ma anche la mussola, se faceva caldo. La gonna era spesso
corta alla caviglia e portata con stivaletti alti o scarpe con ghette.
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