moretta

lunedì 14 gennaio 2013

La dama velata


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Questo ritratto conservato alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze fu eseguito da Raffaello intorno al 1514. L’artista si trovava a quel tempo a Roma oberato di lavoro; ha da pochi anni finito di decorare alcune stanze in Vaticano per volere di Giulio II ed ora, sempre per il papa, sta lavorando alle Logge aiutato da una nutrita squadra di allievi e collaboratori. Raffaello ha 31 anni e un amore segreto, una giovane popolana, Margherita Luti, figlia di un fornaio trasteverino (da qui il suo soprannome, la Fornarina) e promessa sposa ad un umile garzone che presta servizio nelle tenute del ricchissimo banchiere senese Agostino Chigi. Ma anche il pittore è impegnato sentimentalmente, niente di meno che con la nipote prediletta del potente cardinale Bernardo Bibbiena. Margherita è bella, con grandi occhi neri, la bocca morbida e sensuale, la pelle vellutata e per lei Raffaello perde letteralmente la testa. Forse i due amanti si sposarono in gran segreto e questo dipinto vuole in un certo senso ricordare quell’evento. La dama velata del ritratto è Margherita come indicherebbe il gioiello che le impreziosisce l’acconciatura.  Tra Quattrocento e Cinquecento infatti nei ritratti venivano molto spesso inserite allegorie del nome: animali, piante oppure oggetti andavano a suggerire il nome dell'effigiato secondo un gioco molto in voga nelle corti italiane. Già Petrarca nelle sue poesie per madonna Laura aveva nascosto e rivelato il nome dell’amata segreta attraverso artifizi simbolici, semantici, fonetici (l'arbor, l'aura, ecc.). L'allegoria del nome per esempio è presente in alcuni dipinti di Leonardo da Vinci come ne La dama con l'ermellino (gallé, la donnola-ermellino nella lingua greca, suggerisce il cognome della donna ritratta, Cecilia Gallerani), nel Ritratto di Ginevra de Benci (il ginepro), o in quello di Violante opera di Tiziano (una viola sul petto). Il gioiello che Margherita porta sulla fronte ha una grossa perla pendente che in greco è detta appunto “margaron” e in latino “margarita”e due pietre preziose, un rubino e uno smeraldo, tradizionalmente incastonati nei monili che si donavano alla sposa al momento del fidanzamento. Inoltre, anche il velo bianco e il ricco abito indicherebbero il suo stato di donna maritata.
Raffaello morì improvvisamente il 6 aprile 1520. Quattro mesi dopo, il 18 Agosto, si legge in un documento: “Hoggi è stata ricevuta dal nostro Conservatorio Margherita vedoa figliuola del quodam Francesco Luti di Siena”. Margherita si ritirò dunque nel convento di S. Apollonia in Trastevere presentandosi come vedova, un’ulteriore prova che quel matrimonio segreto tra lei e l’artista era stato effettivamente celebrato.


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