Il grande tondo dipinto esposto oggi in una delle sale degli Uffizi a Firenze fu commissionato a Michelangelo in occasione del matrimonio di Maddalena
Strozzi col ricco banchiere Angelo Doni (entrambi in seguito si faranno ritrarre da Raffaello) intorno al 1506. Doveva con molta probabilità decorare la stanza nuziale. Il
soggetto della sacra famiglia è un tema tipicamente rinascimentale; nei secoli
precedenti erano state numerose le raffigurazioni pittoriche e scultoree della
Madonna col Bambino, ma la differenza sta nel fatto che mentre nelle
rappresentazioni trecentesche prevale sempre e comunque il fine ultimo per cui
l’opera era stata eseguita e cioè di un’immagine da venerare, nel rinascimento
invece Maria e Gesù Bambino sono raffigurati come persone reali: basti pensare
alla Madonna di Senigallia di Pietro della Francesca, ricca
di attributi domestici; la Madonna della seggiola di Raffaello con quel
singolare copricapo che è ben lontano dal classico velo azzurro. Al gruppo
principale spesso si aggiungono S. Giovannino, angeli e talvolta S. Giuseppe,
figura pressoché assente fino a tutto il ‘400.
Pochi anni prima Leonardo aveva
teorizzato la composizione ideale per questo soggetto. Il gruppo dei personaggi
doveva essere composto entro uno schema piramidale che lasciasse ai lati lo
spazio per un paesaggio, schema questo adottato spesso da Raffaello. Mchelangelo invece
ha raffigurato la scena secondo uno schema de tutto personale: il bambino è stato
raffigurato nell’attimo in cui S. Giuseppe lo sta passando alla Madonna; questa
accovacciata, ruota la testa e parte de busto e si protende ad afferrare il
figlio creando un movimento a serpentina che infonde nella scena un grande senso di movimento, in contrasto con la staticità dello sfondo. Secondo alcuni le tre figure in primo piano rappresenterebbero le tre
età dell’uomo; esse sono separate dal resto del quadro da una fascia
orizzontale appoggiata alla quale, sulla destra, sta S. Giovannino; più dietro
cinque figure di nudi maschili sedute o appoggiate ad una roccia, rappresentano
l’umanità prima della rivelazione del cristianesimo. La scelta della
composizione è polemica nei confronti di Leonardo ma serve a Michelangelo soprattutto
come pretesto per sviluppare la sua ricerca anatomica. I colori sono brillanti, gli stessi che utilizzerà qualche anno più tardi per decorare la Cappella Sistina. La cornice che racchiude il dipinto è quella originale e con ogni probabilità fu progettata dallo stesso Michelangelo.
...tu respiri arte tutti i giorni, sei un balsamo per noi che ti leggiamo...ciao...:-)
RispondiEliminaBuona serata a te e alla tua sensibilità artistica :)
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