Nel 1401 l'Arte di Calimala (a Firenze una delle potentissime corporazioni che aveva tra gli iscritti i commercianti di materie prime, come la lana grezza) organizzò il concorso per la realizzazione della
seconda porta bronzea del Battistero (la prima, delle tre che verranno realizzate tra cui la famosa Porta del Paradiso di Ghiberti, era stata eseguita da Andrea Pisano nel Trecento); tema del concorso era il sacrificio di Isacco da
svolgersi in un rilievo in bronzo entro una formella quadrilobata. In uno spazio così limitato dovevano essere presenti le figure di Abramo nell’atto di sacrificare il figlio
su un’ara, l’angelo che interviene per fermarlo, l’ariete che dovrà essere
immolato al posto di Isacco e infine il gruppo con l’asino e i due
servitori.
Tra i concorrenti si presentarono Ghiberti,
Brunelleschi, Niccolò Lamberti, Jacopo della Quercia e altri. Solo le formelle
dei primi due sono giunte fino a noi e oggi sono esposte una a fianco all'altra nel Museo del Bargello.
In quella di Ghiberti, che risulterà vincitore, la
composizione si inserisce armonicamente nella cornice e la scena si svolge con ritmi
tranquilli ed eleganti, quasi a rallentatore, sintomo di un’appartenenza
dell’artista al mondo raffinato del Gotico internazionale. Sarà forse questo
che gli permetterà la vittoria poiché il suo lavoro poteva garantire una
diretta continuità con la porta trecentesca di Andrea Pisano. Bellissimo il nudo di Isacco sicuramente risultato di un attento studio dell'arte classica.
La formella di Bruneleschi invece è molto diversa e di sicuro più innovativa. Egli divide in due la scena che si frammenta in uan serie di episodi indipendenti l'uno dall'altro: in basso l’imponente asino, con ai
lati i servitori che debordano dai limiti della cornice, uno dei quali
intento a cavarsi una spina da un piede, citazione del cosiddetto Cavaspino, una statua in marmo del I secolo a.C. oggi consrvato agli Uffizi. Essi rappresentano l'umanità non ancora raggiunta dalla parola di Dio, o che non vogliono ascoltarla. Questo
gruppo forma la base per la costruzione piramidale della parte superiore
della formella. Qui i ritmi sono bruschi, addirittura violenti: vediamo Abramo che incombe sopra il figlio, gli stringe il collo con una mano mentre coll'altra brandisce il coltello, pronto ad ucciderlo. Il corpo di Isacco è deformato dal terrore, inginocchiato sopra un’ara con un
rilievo bizantineggiante sulla fronte. All'improvviso sopraggiunge un angelo del Signore che ferma Abramo afferrandogli
con gesto deciso il braccio. Ciò dovette apparire troppo nuovo, troppo rivoluzionario. Di
sicuro la formella di Brunelleschi è già proiettata nel Rinascimento.
È un vero piacere leggerti, rimango ogni volta rapita dai tuoi articoli, complimenti per il contributo prezioso che dai alla diffusione del nostro patrimonio artistico
RispondiEliminaGrazie a te per leggermi e per i bei complimenti. Un saluto
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