Nello stesso anno in cui moriva Caravaggio (1610)
una giovane di nome Artemisia, figlia di un noto pittore, Orazio Gentileschi,
dipingeva una tela che la proietterà tra i grandi maestri del Barocco romano: Susanna
e i vecchioni. Questo soggetto è, tra gli episodi dell'Antico Testamento,
quello più frequentemente rappresentato, specialmente nel XVI e XVII secolo. Si
racconta nel Libro di Daniele della casta Susanna che sorpresa al bagno da due
anziani che frequentavano la casa del marito, è sottoposta a ricatto sessuale:
o acconsentirà di sottostare alle loro voglie o i due diranno al marito di
averla sorpresa con un giovane amante. Susanna accetta l'umiliazione di una
ingiusta accusa pur di non cedere al ricatto. Sarà Daniele a smascherare la menzogna
dei due vecchi. La rappresentazione di Susanna ha apparentemente intenti
moralistici, ma era spesso un pretesto per soddisfare certi committenti che si
compiacevano di esporre e ammirare nelle proprie dimore soggetti di nudo
femminile.
Colpisce sul piano stilistico
l'essenzialità del quadro. Rispetto ad altri di soggetto analogo, non vi sono
ancelle attorno a Susanna, né vasche o ruscelli per le abluzioni, né fronde che
nascondono i due guardoni. La scena è tenuta dai soli tre protagonisti disposti
in modo marcatamente piramidale. La dimensione psicologica della vicenda
rappresentata è subito chiara, soprattutto nella posa invadente dei due vecchi
che si sporgono dalla balaustra marmorea incombendo, complici, sulla bianca
Susanna indifesa. Il punto di vista sembra essere tutto femminile, come si
evince dallo sguardo sprezzante della giovane donna che, con realistica
repulsione, rifiuta le richieste erotiche dei due vecchi.
Prima opera datata e firmata da Artemisia a soli diciassette anni,
documenta la fase iniziale dello stile della pittrice, ancora evidentemente
disciplinato dagli insegnamenti del padre. Il preciso disegno anatomico e la luce
chiara e delicata sono elementi appresi dalla pittura di Orazio, ma il
contorcimento della figura nuda della bellissima Susanna possiede il ritmo
“serpentinato” tipico del manierismo toscano e lo ritroviamo in certe figure
della Sistina di Michelangelo come l’Adamo espulso dal Paradiso, dipinto
sulla volta e che Artemisia ebbe sicuramente l’opportunità di ammirare più di
una volta.
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