La famiglia Mansi acquistò la cinquecentesca villa
situata sulle colline lucchesi nel 1675 e da allora i proprietari hanno
continuato a ristrutturarla a seconda delle mode del periodo barocco fino
all’Ottocento quando fu sopraelevata di un piano. Nel Settecento il parco era
stato affidato al grande architetto Filippo Juvarra che lo aveva trasformato da
semplice giardino geometrico all’italiana in una vera e propria scenografia
naturale con giochi d’acqua, ninfei, esedre, grotte artificiali, fontane e gruppi
scultorei. Anche all’interno le sale rispecchiano il gusto ricco e decorativo
del barocco e del rococò con profusione di dorature, mobili intagliati e
affreschi.
Ma non è solo la bellezza dell’architettura e
della natura che la circonda ad attrarre i visitatori, sono in molti a sperare
di vedere il fantasma della proprietaria della villa, Lucida Mansi, che pare si
aggiri tra le sale che furono testimoni dei suoi molti amori e anche dei suoi
molti crimini. Rimasta vedova giovanissima del primo marito morto assassinato
fece scandalo sposando in seconde nozze l’anziano Gaspare Mansi appartenente ad
una ricchissima famiglia che aveva fatto fortuna col commercio della seta.
Lucida era una donna bellissima ma anche spregiudicata e libertina, vanitosa a
tal punto da tappezzare le stanze di specchi (pare ne avesse fatto apporre uno
piccolo anche all’interno del suo libro da Messa), amante del lusso, degli
eccessi e delle feste dove sceglieva un giovane col quale passare la notte per
poi sbarazzarsene all’alba pare facendolo precipitare in una botola irta di
lame affilate. La vita dorata e spensierata della nobile lucchese cominciò ad
incrinarsi quando un mattino specchiandosi Lucida si accorse della prima ruga,
simbolo di una giovinezza e di una bellezza destinate inesorabilmente a
svanire. Passarono giorni di disperazione, di pianti e lamenti, Lucida sembrava
impazzita, fece distruggere tutti gli specchi, la casa piombò nel lutto, niente
più banchetti, niente più feste finchè decise di firmare un patto col diavolo:
ancora trant’anni di giovinezza in cambio della sua anima. E così fu. Lucida
non invecchiava, diventava sempre più bella, sempre più dissoluta e crudele. La
notte del 14 agosto 1623 il diavolo venne a reclamare quanto pattuito. Lucida
disperata fuggì a Lucca e si arrampicò sulla Torre delle Ore sperando di
fermare la campana che avrebbe rintoccato la mezzanotte decretando la fine
della sua vita ma tutto fu inutile. La leggenda racconta che il demonio la
trascinò via su una carrozza infuocata che si inabissò infine in un piccolo
lago dell’Orto botanico annegando la nobildonna. Secondo un’altra versione il
diavolo avrebbe trascinato Lucida entro una voragine che si sarebbe aperta nel
pavimento di una delle sale di villa Manzi.
Ancora oggi c’è chi giura di vedere il bel volto
di Lucida riaffiorare dal laghetto in cui annegò e anche di sentire le sue urla
disperate sulle mura di Lucca.
Fino a qui la leggenda. La storia però ci ricorda con la sua concreta
documentazione che Lucida morì di peste poco più che quarantenne, il 12
febbraio 1649.
Sere.. quanto mi piacciono queste storie di folklore. Di certo mi organizzerò per visitarla molto presto <3 Un bacione e grazie!
RispondiEliminaA chi lo dici Ely !!! Nei dintorni di Lucca sono diverse le ville da visitare e tutte meritano, credimi. Un bacione a te :)
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