moretta

lunedì 15 luglio 2013

Un cortile per la sposa straniera





Entrando a Palazzo Vecchio a Firenze si accede subito ad un ampio cortile quadrangolare con al centro una fontana in porfido sormontata da un puttino bronzeo, opera del Verrocchio. Tale ambiente fu progettato nel 1453 da Michelozzo, l'architetto prediletto dei Medici ma un secolo più tardi il suo originario rigore venne stravolto. Il nuovo signore di Firenze, Francesco I de Medici, aveva ottenuto la mano di  Giovanna d'Austria, sorella dell'imperatore Massimiliano II. Non fu un matrimonio d'amore ma di convenienza. La futura granduchessa non era proprio una bellezza, piccola di statura e sgraziata, non colta e incapace dunque di apprezzare le raffinatezze della cultura fiorentina, soffriva inoltre di una malformazione alla colonna vertebrale. Il matrimonio fu celebrato con grande sfarzo il 18 dicembre 1565 e in quell'occasione Giovanna potè vedere il cortile di Palazzo Vecchio trasformato in suo onore dal genio artistico di Giorgio Vasari. Le colonne erano state decorate con stucchi dorati e alle pareti, entro riquadri, erano state affrescate le vedute di alcune città dell'Impero asburgico - Praga; Graz, Bratislava, Vienna, Linz, Innsbruck - circondate da grottesche e imprese araldiche affinché la sposa guardandole non avesse nostalgia della sua terra d'origine. Una premura solo apparente visto che Francesco I già frequentava assiduamente una nobildonna veneziana. Bianca Cappello, la sua amante ufficiale. La vita a corte per Giovanna non fu facile, disprezzata dalle cognate soprattutto dopo aver dato al marito solo figlie femmine tra le quali Maria, la futura moglie del re di Francia Enrico IV, e inoltre dovette anche subire le angherie della rivale quando questa cominciò a sbandierare ai quattro venti di aver dato al casato mediceo finalmente l'erede maschio tanto atteso, cosa poi rivelatasi non vera. Solo nel 1577 Giovanna partorì un figlio, Filippo morendo però l'anno dopo per le complicazioni dell'ennesima gravidanza. Non è difficile immaginare la triste principessa passeggiare per il cortile affrescato per lei con le città della sua terra d'origine piangendo forse il suo avverso destino in una Firenze bellissima ma che non riuscì mai ad amarla.

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