Firenze aveva ed ha tutt'oggi due piazze unite da una strada, via de' Calzaioli: piazza Duomo, con la cattedrale di Santa Maria del Fiore e il Battistero, che rappresenta il polo religioso della città e piazza della Signoria, con Palazzo Vecchio e la Loggia dei Priori, che incarna il polo civile. Tra queste due piazze sorge la chiesa di Orsanmichele. Essa rappresenta l'incontro tra del mondo civile con quello religioso in quanto, prima di essere chiesa, era il granaio della Repubblica. Sorto nel 1240 sul terreno di un convento femminile dedicato a San Michele il granaio era costituito da una semplice loggia con pilastri in mattoni e copertura in legno. Su uno dei pilastri era stata posta l'immagine della Madonna. Nel 1304 la loggia fu distrutta da un incendio e solo dopo trent'anni la Signoria si decise a ricostruire il granaio affidando i lavori agli architetti Francesco Talenti e Neri di Fioravante. Il nuovo edificio si sviluppò in altezza e aveva a pianoterra una loggia con grandi archi aperti che sostenevano i due piani superiori adibiti a magazzini del grano. Fu di nuovo posta l'immagine della Madonna che ben presto ebbe fama di miracolosa. Fu così che il granaio divenne chiesa, le arcate furono accecate e allo scultore Andrea di Cione detto l'Orcagna fu commissionato un tabernacolo marmoreo, degna cornice di una tavola dipinta attribuita a Bernardo Daddi, allievo di Giotto, raffigurante la Madonna in trono.
Intanto Firenze si arricchiva grazie all'attività delle Arti che formavano potenti corporazioni di lavoratori e proprio ad esse la Signoria affidò la decorazione esterna della loggia che prevedeva tabernacoli marmorei con le statue dei santi protettori: l'Arte dei Beccai, cioè dei macellai, dei pollivendoli e dei pescivendoli aveva come santo protettore san Pietro che fu modellato da Donatello; l'Arte dei lanaioli il Santo Stefano fuso in bronzo da Lorenzo Ghiberti; ancora Donatello scolpì in marmo il san Giorgio per il tabernacolo dell'Arte degli armaioli e così via facendo della loggia di Orsanmichele un vero e proprio museo a cielo aperto, 14 tabernacoli e 14 bellissime statue che rappresentano due secoli di scultura fiorentina, da Ghiberti al Verrocchio, da Donatello al Giambologna.
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Il Santo Stefano del Ghiberti
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L'Incredulità di San Tommaso del Verrocchio |
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Il San Giorgio di Donatello |
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Le bocche di pietra da cui usciva il grano
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L'interno della chiesa col bellissimo tabernacolo marmoreo dell'Orcagna |
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