Intorno agli anni venti del Cinquecento a Deruta e a Faenza nasce la moda della cosiddetta ceramica d'amore, piatti, vassoi, saliere, vasi e coppe di basso piede, dove veniva dipinto il ritratto a mezzo busto di una fanciulla accompagnato da un cartiglio col nome e l'appellativo di "bella" (ma anche "gentile" e "diva").
Venivano di solito offerti dal fidanzato all'inizio del corteggiamento, come simbolo di ammirazione ed espressione del sentimento amoroso suscitato, ma anche prima del matrimonio durante lo scambio di doni e conservati poi in casa per ricordo. Oltre ai ritratti gli oggetti erano decorati con
scene di mani che si stringono, cuori trafitti e motti. Pare che non fossero ritratti reali, che avessero cioè i tratti della
donna a cui erano destinati poichè gli stessi modelli li ritroviamo
utilizzati più volte, cambia solo il nome. Erano di solito ceramiche prodotte in serie e rari sono gli oggetti che raffigurano tutti e due i promessi sposi o ritartti maschili.
Interessantissimo, Serena. Una sorta di 'effigie' standard che poi assumeva un significato simbolico e amoroso. Bellissimo intervento. Grazie! <3
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