Il doppio
ritratto, o dittico, dei duchi di
Urbino, Federico da Montefeltro e Battista Sforza, fu dipinto da Piero della
Francesca probabilmente in due tempi: il ritratto di Federico era già ultimato
nel 1465 mentre quello della moglie pare sia opera più tarda ed eseguito quando
Battista era già morta a soli 27 anni di polmonite nel 1472. La scelta del
dittico, già utilizzato dai consoli romani per inviare queste tavole lignee e
avorio unite a libro da cerniere in dono agli imperatori o amici influenti, fu
forse dettata dal fatto che anche quest'opera doveva essere un dono ma non si
ha alcuna documentazione che avvalori tale tesi. Con l'estinzione dei
Montefeltro, il dittico entrò a far parte della collezione di opere d'arte dei
Della Rovere e infine di quella medicea nel 1631 quando Vittoria della Rovere,
ultima discendente della casata, lo portò a Firenze in dote per il suo
matrimonio con Ferdinando II de' Medici. Oggi è esposto alla Galleria degli
Uffizi.
I due
coniugi sono ritratti isolati, posti uno di fronte all'altro, di profilo e a
mezzo busto e tale disposizione rimanda alle effigi dei medaglioni. Benchè
vicini i loro sguardi appaiono non vedersi, ma assorti e distanti. Federico fu
volutamente ritratto con il lato sinistro del viso visibile allo spettatore
poichè durante una giostra era stato sfigurato all'occhio destro e aveva
riportato la rottura del naso.
Battista
è pallidissima, quasi diafana e ciò ha fatto pensare che il pittore si sia
avvalso della sua maschera funebre per ritrarla, ha la fronte alta secondo la moda
del tempo che imponeva la rasatura dei capelli per far risaltare il volto. Sfoggia
un'elaborata acconciatura a chiocciola in cui è inserito un nastro bianco e sulla
sommità del capo indossa un grande gioiello circolare in oro e perle. Al collo un
prezioso collare composto da due fila di perle, tra le quali altre perle si
alternano a decorazioni in oro di forma romboidale con smalti, una pietra al
cento e profilati da sferette in corallo rosso. Dal collare si stacca un filo
sempre di perle dal quale pende un medaglione con una grossa pietra incastonata.
L'abito è scuro, con maniche in tessuto diverso. Il gran numero di perle la
qualificano come sposa e con molta probabilità era questo l'aspetto che
Battista aveva il giorno che fu sepolta.
Il duca
non indossa gioielli ma un semplice abito rosso privo di applicazioni e in
testa un cappello cilindrico calato sulla folta e ispida capigliatura corvina.
Tale sobrietà gli conferisce comunque maestà e potenza.
Dietro Battista e Federico si estende a volo d'uccello un paesaggio ondulato, ricco di vegetazione e fortificazioni. E' il territorio di Urbino e sullo sfondo si profilano sfumati gli Appennini.
Sul retro
il dittico raffigura ancora i due duchi in un'allegoria dei Trionfi
petrarcheschi, tema caro agli umanisti. Sullo sfondo del medesimo paesaggio già
descritto due cavalli bianchi e due unicorni trascinano su un altopiano
roccioso, simbolo di fedeltà coniugale, due carri trionfali. Sul primo è seduto
Federico in armatura, dietro di lui l'allegoria della Fama lo incorona d'alloro.
In testa al carro stanno sedute le virtù cardinali: la Prudenza con in mano uno
specchio, la Giustizia, vista di fronte e recante la spada e la bilancia, la Fortezza
con una colonna spezzata e la Temperanza vista di spalle. Battista invece è
seduta sul carro trainato dagli unicorni, simboli di castità e purezza, immersa
nella lettura di un libro di preghiere. E' circondata dalle quattro virtù
teologali: la Carità vestita di nero e con in grembo il pellicano, simbolo di
sacrificio poichè nel Rinascimento circolava la leggenda che l'animale era
solito donare le sue stesse carni per saziare i suoi piccoli e ciò rimandava
anche alla figura del Cristo che si era sacrificato per la salvezza degli
uomini, la Fede vestita di rosse e con in mano il calice e l'ostia, la Speranza
vista di spalle e la Temperanza vestita di bianco. Posti in cima al timone dei
carri stanno due amorini, simbolo dell'unione coniugale.
Le
iscrizioni latine in basso celebrano la fama di Federico quale grande
condottiero e onorano Battista come degna moglie.